Il gruppo CGBI, espressione delle storiche associazioni bieticole ANB e CNB, innova i vertici e ridefinisce le proprie linee strategiche incentrate sulla rivoluzione verde e l’economia circolare, sulla produzione di energia pulita da sottoprodotti di origine agricola e reflui zootecnici, mettendo sul tavolo oltre 130 milioni di euro di investimenti programmati e la costruzione di 25 impianti di biometano agricolo in cinque anni. Gabriele Lanfredi, già vicepresidente CGBI, succede a Gian Giacomo Bonaldi alla guida del secondo gruppo in Italia per numero di impianti biogas e potenza installata: 20 partecipati – fra cui l’ultimo acquisito che è il biogas GEAM a Ruda (Udine) – 26 in gestione diretta e più di 200 in assistenza e consulenza. Sarà affiancato dal vicepresidente Guglielmo Garagnani, numero uno dell’Associazione nazionale bieticoltori nonché presidente di Confagricoltura Bologna. Il passaggio di consegne è avvenuto stamane, a Ravenna, all’assemblea dei soci.
Parte oggi la “fase 2” di CGBI. Continua il percorso avviato con successo nel 2010 dalle associazioni bieticole, quando hanno dato vita a un progetto Biogas unico in Europa: valorizzare a fini energetici il prodotto dei soci e il sottoprodotto degli zuccherifici, ossia le polpe di barbabietola surpressate derivanti dal processo di estrazione del saccarosio. In questo modo è stato possibile integrare il prezzo industriale della barbabietola di circa il 20%, rendendo economicamente sostenibile sia la coltivazione sia la filiera dello zucchero italiano.
Delle nuove linee strategiche si è parlato nel corso della sessione pomeridiana dell’assise ravennate, al convegno “Dallo zucchero al biometano”. «GCBI diventa protagonista della rivoluzione verde, il partner ideale delle aziende agricole e zootecniche con cui portare a compimento il percorso verso la transizione ecologica. Siamo pronti alle sfide del PNRR – hanno dichiarato i nuovi vertici, Gabriele Lanfredi e Guglielmo Garagnani – con progetti mirati alla produzione di energia pulita da fonti rinnovabili che si articoleranno lungo quattro direttrici: accelerare la riconversione degli impianti biogas agricoli esistenti verso la produzione di biometano; realizzare nuovi impianti biometano puntando sul progetto Agri.Bio.Metano che di fatto promuove società agricole consortili nelle quali i soci conferiscono l’intero fabbisogno necessario all’alimentazione dell’impianto; favorire la costruzione di biogas di piccola scala – progetto 300kW-; infine, contribuire alla crescita del fotovoltaico in agricoltura, aggregando le aziende per accrescere la forza contrattuale e ottenere le migliori condizioni del mercato nelle diverse fasi realizzative fino alla messa in esercizio». Le aziende zootecniche assumeranno un ruolo centrale che le vedrà in prima linea nella rivoluzione green mediante la valorizzazione degli effluenti da allevamento nel trattamento di digestione anaerobica. Non solo, il contributo dell’allevatore alla riduzione delle emissioni in atmosfera si configura anche nell’implementazione dei più moderni sistemi di distribuzione e interramento del digestato in grado di ridurre drasticamente l’uso dei concimi chimici e aumentare la sostanza organica nel suolo. I nuovi impianti di biometano agricolo, grazie agli interventi previsti nel PNRR, possono realizzarsi sotto forma di poli consortili per il trattamento centralizzato di digestati ed effluenti zootecnici. La gestione dei nitrati si trasforma quindi in elemento di grande innovazione all’interno dei processi produttivi, fattore chiave per un’agricoltura sostenibile, perfettamente integrata nella filiera agro energetica e in linea con gli obiettivi del Green Deal. Tra le novità al centro del convegno, la stretta sinergia tra CGBI e CIB (Consorzio italiano Biogas), che ha portato di recente alla costituzione di Verdemetano, la prima cooperativa di produttori di biometano ottenuto da sottoprodotti agricoli, effluenti zootecnici e colture sostenibili. «La nascita di Verdemetano vuole confermare il ruolo del modello cooperativo per rafforzare lo sviluppo del settore dell’agroenergia, mettendo al centro principi e valori della cooperazione: una efficiente aggregazione di risorse consente infatti di avviare una progettualità di lungo termine e piani di investimento strutturati ed efficaci. La forma cooperativa offre alle singole aziende gli strumenti utili per gestire in maniera puntuale la commercializzazione del prodotto: un biocarburante avanzato, 100% agricolo, rinnovabile, tracciabile e certificato», ha spiegato Piero Gattoni al vertice di Verdemetano e presidente del CIB.
In conclusione il punto del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «La transizione ecologica ed energetica può generare un processo virtuoso capace di portare un valore aggiunto non solo in termini di sostenibilità ambientale, ma anche di competitività delle imprese, innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo, aumento dell’occupazione. Nell’ambito dell’utilizzo delle risorse del PNRR – ha aggiunto – occorre avere un quadro normativo completo e soprattutto disponibile in tempi rapidi per permettere l’ulteriore sviluppo delle agroenergie, fornire un contributo alla decarbonizzazione e raggiungere gli obiettivi al 2030 sulle rinnovabili, compresa la mobilità sostenibile. In tale contesto, nell’ambito del biogas e biometano, è necessario assegnare un ruolo importante alle iniziative che prevedono una forte sinergia tra agricoltori, al fine di assicurare la sostenibilità economica degli impianti e un reale sviluppo dell’economia circolare. Anche la crescita attesa del fotovoltaico al 2030, infine, dovrà prevedere un ampio coinvolgimento del settore primario, con soluzioni capaci di integrare la produzione di energia e la produzione agricola